Chi aveva tagliato i fili di internet?

Ricorderete che si era parlato tempo fa di rotture di cavi sottomarini in fibra ottica avvenuti in medio oriente avvenuti in sequenza a pochi giorni di distanza.

Parrebbe che la responsabilità sia di due navi, MT Ann e MV Hounslow, che sono state individuate dall’azienda proprietaria dei cavi, Reliance Flag, che analizzando immagini satellitari in prossimità delle rotture avrebbe identificato le due navi responsabili, che ora sono trattenute dalle autorità portuali di Dubai.

Maggiori dettagli su come i cavi poi sono stati riparati sono disponibili alla pagina di Bonnie.net

Technorati Tag: ,,

The Ships That Cut the Undersea Internet Cables

Affari 2.0

La BBC ieri ha riportato la notizia che un americano di 43 anni, tale Chris Clark, che deteneva la proprietà del dominio pizza.com è riuscito a venderlo tramite asta online alla modica cifra di 2,6 milioni di dollari.

Egli aveva acquisito il dominio nel 1994 agli albori di internet e lo ha mantenuto semplicemente pagando il costo annuale del mantenimento.

Un bel ritorno sull’investimento non c’è che dire!

Photo credits: Sami Keinänen

BBC NEWS | World | Americas | US man gets $2.6m for domain name

Technorati Tag: ,,,

Come 40 anni fa si ipotizzava la vita di oggi

Nel 1968 la rivista americana Mechanix Illustrated in un articolo provava a disegnare lo scenario della vita nel 2008.

Interessante esercizio di futurologia da rileggere oggi per verificare quanto di ciò che era stato previsto si è in tutto o in parte realizzato.

Se da una parte chi ha scritto l’articolo è stato molto lungimirante ipotizzando un uso sempre più esteso dei metodi di pagamento elettronici che avrebbero sostituito la moneta cartacea, oppure prevedendo la diffusione di pannelli video al posto dei classici televisori, in grado di trasmettere non solo la classica tv programmata, ma anche altri genere di spettacoli a richiesta con il modello della pay per view, dall’altra ha miseramente mancato il bersaglio prevedendo invece città coperte da enormi cupole trasparenti in grado di climatizzarle tutto l’anno, oppure automobili capaci di sfrecciare a oltre 400 Km/h!

Prevedere il futuro non è assolutamente facile, bisogna dare atto che ci ha provato 40 anni fa è stato comunque bravo.

Fonte: What Will Life Be Like in the Year 2008? (Nov, 1968)

Per riderci su!

Dopo la polemica che si è scatenata in seguito all’incontro organizzato da Microsoft con alcuni blogger per la presentazione del loro corporate blog italiano, mclips, sul fatto che qualcuno possa aver avuto in dono o meno una copia del loro sistema operativo e per questo motivo non si possa considerare attendibile nei suoi giudizi sull’evento, direi che è arrivato il momento di riderci su e di sdrammatizzare possibilmente…

ultimora20080216-2.jpg (Immagine JPEG, 500x500 pixel)

Internet è appesa a un filo!

In realtà è appesa a molti “fili” che sono i cavi in fibra ottica che collegano tra loro i vari continenti, le cosiddette dorsali.

Finchè nessuno li tocca, fanno egregiamente il loro lavoro, trasportano dati in continuazione lungo i fondali degli oceani e dei mari.

Sono saliti alla ribalta delle notizie in questi giorni perchè, nell’arco di 48 ore, sono avvenute tre rotture accidentali a tre cavi diversi in medio oriente e davanti alle coste dell’Egitto. La prima rottura ha interessato due cavi che corrono sui fondali uno vicino all’altro nei pressi di Alessandria d’Egitto. Sembrerebbe a causa di un’ancora di una nave alla fonda, davanti al porto. Per l’altro, avvenuto vicino a Dubai, non si conoscono ancora le cause.

Le conseguenze di queste rotture sono state una riduzione della capacità trasmissiva della rete, tra l’Europa e l’India, del 75%.

In ogni caso, l’architettura della rete ha dato dimostrazione di solidità nel suo complesso, perchè il traffico si è ridistribuito sulle altre dorsali e anche tramite le comunicazioni satellitari, cosa che era stata pensata da chi aveva progettato la prima rete su protocollo IP per scopi militari, Arpanet.

Ecco una rappresentazione di tutte le reti oceaniche sparse per il globo.

via http://news.bbc.co.uk/2/hi/technology/7222536.stm

Technorati Tag: ,,,

 

Il giorno della mela

Oggi è stato il giorno del Macworld la rassegna tutta dedicata al mondo dei prodotti con il marchio Apple e che costituisce anche il momento dei bilanci dell’anno appena trascorso e soprattutto degli annunci per le novità di quello in corso.

Qual è l’indicatore per antonomasia più sensibile agli annunci?

Si sa, il prezzo del titolo in borsa.

Vediamo da questo punto di vista come sono stati accolti questi annunci…

A mercato praticamente chiuso sta facendo un meno 5,54%, con una progressione che è andata via via aumentando durante la presentazione del boss della casa di Cupertino, Steve Jobs, con un recupero solo sul finale di seduta borsistica.

C’è da dire che il mercato in generale ha sofferto molto, perdendo su entrambi gli indici S&P e Nasdaq oltre il 2%, tuttavia il titolo Apple ha fatto ben peggio del mercato. Evidentemente gli annunci fatti sono stati analizzati come poco promettenti dal punto di vista dei risultati attesi che sono la variabile che condiziona maggiormente i corsi borsistici.

Vedremo nei prossimi mesi se i prodotti annunciati venderanno, stante anche una congiuntura economica negli USA che non si preannuncia molto promettente.

Per riflettere sul futuro prossimo

Riporto un filmato educativo che affronta il tema dell’educazione scolastica per i giovani che cresceranno nel 21° secolo. Molto interessante a mio avviso e che fa riflettere su come sarà diversa la società in futuro rispetto a oggi.

In ogni caso, anche se ritengo assolutamente importante la conoscenza dei mezzi di comunicazione, penso che comunque la conoscenza del mezzo in sè non costituisca valore aggiunto in assoluto.

Le nuove tecnologie devono essere un ausilio allo sviluppo culturale di una persona, ma non devono diventare il focus principale.

Saper usare una cazzuola lo sanno in tanti, capire perchè un arco sta in piedi già un po’ meno.

In futuro continuerà ad essere così. Chi saprà di più si distinguerà sempre di più…

Si può approfondire il discorso sul sito ufficiale di chi ha realizzato il filmato.

E’ il momento degli auguri

Auguri a tutti i lettori (pochi ma buoni) da parte mia affinchè ogni giorno possa essere sempre un po’ Natale!

al_573

Luci a Milano

Oggi pomeriggio ho passeggiato per il centro di Milano per fare qualche acquisto dell’ultimo minuto (i più cari ovviamente…) e così ne ho approfittato per memorizzare qualche immagine di come è illuminata quest’anno la città.

Che mi ricordi, non ho mai visto Milano così illuminata, non solo nel centro storico, ma anche in molti quartieri e piazze.

Ma il metano non doveva darci una mano?

Riprendo uno slogan di diversi anni fa, quando la pseudo diversificazione delle fonti energetiche spinse all’uso del metano per il riscaldamento domestico, con il risultato che adesso dipendiamo anche dai Paesi produttori di questo combustibile, non tanto per parlare dell’uso che se ne fa per produrre energia e calore, quanto per commentare una notizia scientifica che arriva dalla Nuova Zelanda, dove, evidentemente, di metano naturale se ne produce fin troppo…

Ma si sa, a volte le notizie scientifiche rasentano così tanto l’assurdità da diventare delle vere e proprie battute umoristiche.

Slashdot, famoso sito di news tecno-scientifiche a tutto tondo, riporta infatti un annuncio di alcuni scienziati neozelandesi che, a quanto pare, ritengono la produzione di metano naturale una causa importante del riscaldamento globale, tanto da andare alla ricerca di possibili agenti naturali in grado di eliminarlo.

Stando ai loro studi, infatti, ci sarebbe un battere, il ‘Methylokorus infernorum‘ (un nome che è una garanzia…), in grado di cibarsi delle emissioni di metano prodotte in zone geotermicamente attive. Sembrerebbe che questi batteri contenuti in un metro cubo d’acqua abbiano consumato 11 kg di metano all’anno.

Naturalmente, come in ogni annuncio scientifico che si rispetti, gli scienziati smorzano subito dopo gli entusiasmi, dicendo che forse solo in un futuro non molto prossimo sarà possibile un utilizzo di tale scoperta e che comunque vedono molto improbabile che tali micro-organismi possano essere aggiunti al cibo di mucche e pecore per fermare le emissioni di gas metano da parte di questi animali.

Ecco dove andavano a parare! Si sa che in Nuova Zelanda vivono più pecore che esseri umani e quindi il tema delle emissioni gassose deve essere particolarmente “sentito”…

Quello che mi chiedo io, a questo punto, è se laggiù abbiano imposto per legge il divieto di fumare anche nelle campagne!

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi